26 Gennaio 2022

Come puoi gestire un paziente ansioso o fobico in prima visita?

Lavorare con le paure delle persone è una cosa molto complicata ma non impossibile. Come responsabili della prima visita dobbiamo ricordarci, prima di qualsiasi cosa, che abbiamo a che fare…

Lavorare con le paure delle persone è una cosa molto complicata ma non impossibile.

Come responsabili della prima visita dobbiamo ricordarci, prima di qualsiasi cosa, che abbiamo a che fare con persone che hanno paure, dubbi e perplessità.

Ascoltare e dare delle risposte a queste persone è il nostro compito. A volte basta anche questo e saper fare le domande giuste per far emergere nel nostro interlocutore le sue risposte.

Non è necessario essere laureati in psicologia per poterlo fare.

Bastano questi quattro elementi:

  1. conoscenza
  2. studio
  3. applicazione
  4. dedizione

Le nostre paure, qualsiasi esse siano, sono collegate al nostro cervello rettile e quindi alla parte primordiale e più istintiva che gestisce i processi primari come: mangiare, bere, dormire. etc.

E’ anche la parte del cervello che ragiona per logiche di azione come attesa, attacco e fuga.

Se ci pensi bene tutti i pazienti che hanno una condizione di paura con cui hai avuto a che fare in passato, e con cui avrai a che fare in futuro, esercitano la fuga o il blocco.

Scappano e non li senti più o non si decidono mai di iniziare i lavori.

Sono consapevoli del fatto che è necessario iniziare il percorso che il professionista gli propone, ma rimangono bloccati nel loro limbo come un animale che, nonostante sia cosciente del pericolo, rimane fermo in mezzo alla strada con il rischio di farsi ammazzare. Stessa cosa.

Sono persone che hanno bisogno del nostro aiuto.

Il nostro ruolo e la nostra professionalità, nonchè l’etica, ci impone di sostenere chiunque ne abbia bisogno, compresi questi pazienti.

Non è una cosa semplice ma è nostro dovere almeno provarci mettendocela tutta.

Puoi aiutarli attraverso una serie di azioni da fare e, soprattutto, da non fare.

Segui questi passaggi e mettili in pratica ogni volta che ne hai occasione.

Migliorerai tu e aiuterai una persona a vivere meglio la propria vita.

Da piccolo, avrò avuto sì e no sei anni,  soffrivo di acrofobia, quelle che in gergo solitamente vengono chiamate vertigini, e mi ricordo ancora che, con mio padre, dovevano attraversare un ponticello per andare da una parte all’altra di una strada.

Mi bloccai. Ero terrorizzato. Non c’era verso di farmelo attraversare. A rivederlo ora mi viene da ridere, sarà stato alto al massimo un paio di metri.

Ma niente, mi ero avvinghiato con tutto me stesso al corrimano e non ne volevo sapere di lasciarlo. Mio padre era tra il disperato e l’incredulo.

Io era molto impaurito.

Da quel momento ho capito che non si scherza con le paure delle persone.

La paura è forse la nostra emozione più forte perché legata alla nostra sopravvivenza.

Oggi ero in consulenza quando, leggendo le obiezioni riportate dalla segreteria sulle prime visite effettuate, tra le altre c’era anche questa.

E’ difficile da gestire per chi ne soffre, figuriamoci per chi dovrebbe convincere quella persona a cambiare idea.

Tuttavia ci sono alcune punti che cerco sempre di toccare quando mi trovo davanti un paziente che ne soffre, che suddivido fondamentalmente in due macro categorie:

  1. azioni da non fare,
  2. e azioni da fare.

Tra le azioni da non fare principalmente tengo conto di due cose molto importanti:

  1. mai sminuire la sua paura,
  2. non devi essere il suo consulente.

Tra le azioni da fare invece troviamo:

  1. dimostrare empatia nei suoi confronti,
  2. utilizzare correttamente il paraverbale,
  3. allineare verbale, paraverbale e non verbale,
  4. cercare di capire meglio la sua paura attraverso delle domande.

A parte i primi tre punti, assolutamente importanti, trovo le domande la cosa più affascinante perché aiutano l’interlocutore, in questo caso il paziente, ad arrivare da solo alla soluzione, che vorrebbe dire anche di non voler fare il lavoro.

Seguendo quello che è il metodo socratico quello che dovremo fare è una serie di domande per comprendere la sua paura e capire cosa prova in quei momenti. stimolarlo nella scelta, rinforzare positivamente attraverso un reframing e proiettarlo nel futuro.

Oltre questo, non smetterò mai di dirlo, è importante lavorare su tecniche di comunicazione persuasiva come, in questo caso, la riprova sociale: testimonianze, recensioni, casi studio e tutto quello che può rafforzare la nostra immagine e aiutare il paziente a sentirsi più tranquillo.

Un’altra cosa importante che devi ricordare è che prima si parla di emozioni e poi di logica, soprattutto con questi pazienti. A lui non frega niente se hai il 3D o fai la sedazione cosciente, vuole semplicemente essere capito e rassicurato.

 

IN CONCLUSIONE

Trattare con questi pazienti non è una cosa affatto semplice, forse sono in assoluto le persone più difficili con cui avere a che fare.

La loro paura, per quanto possa sembrarci insensata o banale deve essere comunque rispettata.

Il nostro compito è quello di avere tutti gli strumenti per poterli aiutare. Tra questi strumenti, oltre ai macchinari e ai farmaci, ancor di più, c’è il nostro modo di comunicare.

 

Buon lavoro!

P.S: naturalmente se su questo tema hai da aggiungere qualcosa o darmi il tuo punto di vista sei il benvenuto!

Toshiro

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I FONDAMENTALI DELLA TUA PRIMA VISTIA ODONTOIATRICA: GLI ACCORDI ECONOMICI

I FONDAMENTALI DELLA TUA PRIMA VISTIA ODONTOIATRICA: GLI ACCORDI ECONOMICI

Lavorare sui fondamentali è uno dei segreti (di Pulcinella) per ottenere un livello qualitativo elevato e, come conseguenza naturale, acquisire un numero sempre maggiore di pazienti in prima visita.

Il problema è che, a volte, ci perdiamo nelle basi.
Sembra quasi che siamo più concentrati sulle cose superflue, secondarie,
piuttosto che sul consolidare delle solide basi.

Ne parlo nel mio articolo.
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AL BAR DEL PAESE – STRATEGIE DA APPLICARE NEL TUO STUDIO ODONTOIATRICO PER OTTENERE PAZIENTI MIGLIORI

AL BAR DEL PAESE – STRATEGIE DA APPLICARE NEL TUO STUDIO ODONTOIATRICO PER OTTENERE PAZIENTI MIGLIORI

In ogni paese o quartiere c’è sempre il bar di riferimento.
In ogni luogo esiste quello “figo”.
In ogni città, paese o zona è facile trovare diversi bar.
Ognuno di questi ha la propria clientela.
Ognuno di questi, se ben ci pensi, ha una proposta precisa
che ha fatto in modo che si formasse la clientela che ora lo frequenta.
Quello degli aperitivi, proprio in virtù della sua caratteristica peculiare, ha un’impostazione precisa sia nella proposta: 10 euro a persona, drink e buffet compreso, dalle 18 alle 21.
Poi c’è il bar bello, quello con la clientela migliore.
Cosa ha fatto per arrivare a questo risultato?
E cosa potresti fare per ottenere lo stesso per il tuo studio odontoiatrico?
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LA PRIMA VISITA E’ UN GIOCO DI CENTIMETRI

LA PRIMA VISITA E’ UN GIOCO DI CENTIMETRI

La prima visita è un gioco di centimetri, e questi centimetri stanno dappertutto.
Sono disseminati in tutto il percorso.
Sta solo a te coglierli.

La prima visita dura una manciata di minuti in cui si decide tutto.
E’ un lavoro di squadra dove ognuno di noi deve cercare di dare il meglio.
Dove ognuno, rispetto al suo ruolo, dovrebbe avere il compito e l’obiettivo
di conquistare dei centimetri.

Il tempo della prima visita è definito e dobbiamo giocarci tutto in quei pochi minuti.
Non c’è una seconda opportunità.

Il tempo e l’esperienza mi ha fatto capire che la prima visita è una questione di centimetri.
Non c’è quasi mai l’unico grande colpo, ma ci sono una serie infinita di piccole conquiste.
Una dopo l’altra, un pezzo alla volta.
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REGOLE, ASPETTATIVE E PROMESSE DELLA TUA PRIMA VISITA ODONTOIATRICA

REGOLE, ASPETTATIVE E PROMESSE DELLA TUA PRIMA VISITA ODONTOIATRICA

Sei hai delle pretese, devi essere anche in grado di sostenere
le aspettative che queste creeranno.

Di cosa ti parlerò in questo mio nuovo articolo:

delle aspettative che ognuno di noi nutre,
delle promesse che ci vengono fatte,
della “delivery” di un prodotto o servizio,
di strategie di scrematura dei potenziali clienti/pazienti,
alcune mie considerazioni e punti di vista sui vari punti.

Più barriere crei maggiori saranno le aspettative.

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 I SUPER POTERI DELLA TUA PRIMA VISITA ODONTOIATRICA

 I SUPER POTERI DELLA TUA PRIMA VISITA ODONTOIATRICA

Essere determinati è uno degli atteggiamenti positivi che ci aiutano a essere dei professionisti migliori e ottenere risultati più soddisfacenti.

Essere determinati implica perseveranza e la capacità di superare i rifiuti.

Il carattere, le credenze limitanti e, soprattutto, la mancanza di un’adeguata preparazione nella gestione della prima visita, clinica e non, ci porta a esercitare una forza contraria e nemica: la remissività.

Mi viene dichiarato apertamente e lo vedo tutti i giorni, sia nei medici che nel personale di segreteria. Queste mancanze rendono le persone meno determinate.

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10 ATTEGGIAMENTI NEGATIVI NELLA TUA PRIMA VISITA ODONTOIATRICA

10 ATTEGGIAMENTI NEGATIVI NELLA TUA PRIMA VISITA ODONTOIATRICA

Gli atteggiamenti negativi possono avere un impatto significativo sul tuo successo e il conseguimento dei risultati nella presentazione dei preventivi ai pazienti del tuo studio odontoiatrico.

Minano alla base tutto il lavoro che fai e, dopo tanto sacrificio, quello che ti ritroverai tra le mani sarà un risultato di gran lunga inferiore a quello che potresti ottenere cambiando certi modi di fare.

Il problema è che spesso e volentieri le persone non si rendono neanche conto di averli e questo non le aiuta.

Ma il problema sono sempre gli altri.

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TESTIMONIANZE CONSULENZA TOSHIRO SAVOIA - REMIX

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